giovedì 12 febbraio 2009

Nottata

Dal De Mauro, dizionario della lingua italiana: "not|tà|ta: (s.f.) Larco di tempo di una notte, specificatamente con riferimento alle condizioni del tempo o al modo di trascorrerlo: passare una n. in viaggio | perdere la n., fare n., fare n. bianca, trascorrere la notte senza dormire, spec. per assistere un infermo o per lavorare." Quello che tocca fare a me. Però la notte alta è bella. Mi è sempre piaciuta. fin da piccolo. Non c'è manco un rumore. E dopo che Milano, solo qualche ora prima, ha tirato fuori il peggio di te, in macchina, nel traffico, godersi la notte è proprio qualcosa di magico. Malgrado (o grazie) alla nottata che tocca farsi per portare a casa la pagnotta. E poi non è soltanto il silenzio (e nel silenzio mangiarsi un dolcetto). è proprio girare il giorno all'incontrario.
Però tra un poco vado a letto a riscaldarmi...

Ché di notte, diceva il poeta (il nome lo trovate nei tag), "un ateo finisce quasi per credere in Dio" Chissà poi perché...

3 commenti:

  1. Come, perché finisce per credere in Dio. Perché si è mangiato un dolcetto, è ovvio.

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  2. il Dolcetto di Dio (aaaaahhh - che voleva essere il canto degli angeli - e poi fascio di luce che si sprigiona dall'incarto...)

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  3. Prese il dolcetto, lo spezzò, e disse...

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