martedì 3 marzo 2009

Due detour nella fuga...

Sono sempre stato curioso, come appunto recita il detto: "curioso come una scimmia". Così ieri, per far perdere le tracce ai miei inseguitori ignoranti dopo essere evaso, mi sono precipitato dentro la Rotonda della Besana. Se vi capita di passare a Milano fa
teci un salto anche voi, per nascondervi o così, per perdere un po' di tempo. All'interno troverete una mostra eccezionale. Se avete bambini, ancora meglio - c'è tutta una serie di cartelli parlati da un cane che mi hanno fatto dannare per essere alto più di un tavolino. La mostra è quella dei Corriere dei Piccoli, di tutti i suoi bei personaggi (Il Sor Pampurio, il Sor Tentenna, Quadrettino, la Stefi...); è una bellissima mostra, estesa e articolata, e si snoda come un serpentone di pagine dal sapore davvero intramontabile: si ritrovano storie dove la raffinatezza di stile e raffigurazione è lontana, ma brilla intensa la genuinità dell'invenzione, del divertimento, della fretta. Della VISIONE. Sì, è una mostra che racconta tante cose attraverso le pagine, là dove traspira anche la storia di un secolo del nostro Paese, con pubblicità d'epoca e aneddoti altrimenti perduti. Un'avventura editoriale frutto di persone che oggi, purtroppo, non ci sono più: editori che credevano che far cassa non fosse l'unica cosa importante; editori che credevano che si potesse fare cassa senza tradire la VISIONE del mondo che avevano; editori che investivano tempo, energie e passione per un pubblico, quello dei piccoli, che in Italia, fin da Collodi, viene purtroppo visto come una folla di piccoli imbecilli da educare. E invece il Corriere dei Piccoli, con genuinità e persino sciatteria, ha sì educato questi lettori, ma li ha pure divertiti. Due nomi da menzionare assolutamente tra gli illustratori/autori: Sergio Tofano (creatore del celeberrimo Bonaventura, ma non solo...) e Grazia Nidasio (La Stefi, Violante, Valentina Melaverde e altri...). Non perdetevela. Per quanto riguarda me, me la sono vista, e poi sono fuggito verso la mia nuova, introvabile tana... Ah, dimenticavo, non guardatevela da soli. è bello, davvero bello condividere la visita con qualcuno! 


E poi che gioia! Da ieri non ho più solo a disposizione la limitatissima biblioteca del Reclusorio per Scimmie (che partendo dall'assunto che le scimmie sono stupide, ha soltanto robaccia da farci leggere), ma il mondo! E quindi, ieri ho rubato in una libreria centralissima in Milano un libro, un libro eccezionale. "La scoperta dell'Alfabeto". L'ha scritto Luigi Malerba, un signore morto da pochissimo, uno che non si fa un errore quando lo si chiama romanziere - perché i romanzieri italiani degli ultimi cinquant'anni che si meritano tale qualifica, sono davvero pochi; siamo sinceri, uno si mette pure a leggere i libri, però se la sensazione dev'essere principalmente quella di perdere del tempo o di annoiarsi per l'ennesimo Intelligentone che vuole dimostrarti quant'è intelligente, beh... meglio andarsi a fare una passeggiata in centro il Sabato pomeriggio (scena alla Matrix: schivare tutti quelli che procedono nella direzione contraria, senza arrivare a sterminarli). Siamo sinceri: Ammaniti sarà pure bravo, Giordano sarà pure un imbecille, Diego De Silva sarà pure à la page, ma davvero tra trent'anni ce ne ricorderemo? Io già faccio fatica a rammentarmene dopo un mese, mentre rimangono indimenticabili le pagine di una fiaba come Gobbolino, letta vent'anni fa... Comunque, per fortuna ci sono libri di cui non si ha voglia di raccontare niente, secondo l'adagio del buon vecchio Salinger caro a me e ad altri ("It's funny. Don't ever tell anybody anything. If you do, you start missing everybody). Infatti, del libro di Malerba non voglio raccontarvi niente, se non che a volte basta pochissimo, solo uno scarto minimo nell'intelligenza e nella prospettiva, per far apparire le cose più piccole come nuove, e straordinarie. E dolci. E vere, ma non nel senso di verosimili. Vere per l'uomo. è lì che si vede quanto una sensazione, un'idea piccolissima, possa esplodere in un mondo e generare un libro di scoperte, minime ma indimenticabili, scritte con disincanto ma pure con partecipazione, col piglio di chi, invece di dirsi scrittore, lo fa e basta. Se ne trovate una copia, rubatevelo pure VOI! Anzi, rubatene due, così una copia, dopo averlo finito, potrete regalarla a chi vi pare, a chi tenete, perché vi assicuro che ve ne verrà voglia. Vorrete condividerlo. 

(Viva la libertà, pure quella di scelta!).

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