Sulla capacità di "preterintenzionalità" delle scimmie avrei potuto certo testimoniare io senza grandi investimenti da spendere in ricerche ed osservazioni. Più interessante, invece, mi pare il perché Santino aspetti i maledetti visitatori e tiri loro delle pietre. C'è che Santino è filosofo. Ha indagato gli esseri umani, la loro quinta essenza, e ha capito sì, i visitatori gli daranno pure di straforo qualcosa da mangiare, ma in fondo è proprio per causa loro se lui è costretto a vivere in cattività, snaturato. Sotto la carineria della stragrande maggioranza di chi passa a dargli un'occhiata, infatti, Santino ha capito che si cela la morbosa volontà di assoggettare, di possedere. E lui, più di ogni altro, con le sue sassate, invece testimonia la volontà di rivalsa, di insurrezione della specie. Go Santino, Go! Dimostra a tutti quelli che vogliono fare i ricercati sapientoni che la cattività è qualcosa, in fondo, di molto semplice, se si sa riconoscerla: imporre a qualcuno una condizione di vita che non vuole è qualcosa di profondamente despotico e ingiusto; proprio per questo, forse, è tristemente umano (non vi pare che tutto ciò abbia risonanze sul nostro vivere ital-quotidiano? Da testamento biologico in giù?). Noi, Santino, sapremo raccogliere la tua lezione...
Diceva la cantante:
Ca-ttività, a volte è tutto molto semplice, basta pietre poi raccogliere, e prender bene la miraaaa, sincerità-a-a... (ovviamente, la melodia è di Arisa...)
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