lunedì 11 maggio 2009

io non credo...

Io non credo. Non credo che dalla prima scintilla prodotta dell'homo erectus in Africa alle autostrade che si distendono attorno a noi inanellando autogrill, per arrivare alla fibra ottica, grazie alla quale ci tappiamo in casa con l'illusione di allungare la mano dappertutto, passando per Galileo e le sue ali, le chiacchiere di politica e filosofia, le utopie dei baretti con le carte da briscola e le cliniche private; io non credo che siamo cambiati. Se un bestione estinto con pelliccia e zanne nel giurassico riapparisse adesso, si sentirebbe completamente a suo agio, tra predatori - e dico sul serio. Siamo noi che ce la raccontiamo. Che ci illudiamo di essere migliori. 

E sì, l'ironia è un'ottima consigliera a volte, ma ogni tanto bisogna pure fermarsi e prendersi un attimo sul serio. (E sì, oggi mi va di sentirmi così...)

3 commenti:

  1. Effettivamente pensare che all'Aquila durante il terremoto siano resistiti monumenti costruiti dai romani, mentre le nostre case contemporanee sono cadute, dà da pensare su questa tendenza a credere che posteriore voglia dire migliore.

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  2. Non so... però mi hai messo di cattivo umore!

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  3. E vabbé, mica tutti i giorni si può sorridere, no? (A questo punto, se fossimo su Studio aperto, partirebbe il periodico servizio che racconta di come un gruppo di ricercatori di un'università di lingua inglese abbia scoperto che chi ride almeno un minuto al giorno, gode di una migliore salute...)

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